Incursioni in territori fantastici, approcci curatoriali inediti e sguardi rinnovati verso il passato e il futuro: il calendario delle mostre di design da visitare il prossimo anno.
Speculazioni sul mondo che ci aspetta, ricognizioni sulle migliori pratiche, celebrazioni e consacrazioni tra passato e futuro. Le mostre che i musei internazionali di design si apprestano a inaugurare nel 2020 si dimostrano un’utile cartina di tornasole per osservare le evoluzioni del design e degli interessi, veri o auspicati, del suo pubblico più ampio.
È a partire dalle inquietudini dell’attualità che prendono piede alcuni dei percorsi di ricerca più promettenti. Si è già aperta – si concluderà nella tarda primavera del 2020 – l’attesa “State of Extremes” al Design Museum Holon in Israele. Prerogativa di questi tempi minacciati da crisi ambientali e sociali, gli estremismi raccontati dai curatori (Aric Chen con Maya Dvash e Azinta Planteng) trovano nel design una metafora per esplorare microcosmi, rintracciare nuove estetiche e far digerire fenomeni che, per quanto minacciosi, si apprestano a diventare una nuova normalità.
Con piglio più ottimista, il MODA di Atlanta, Stati Uniti, affronta con “Full Circle: Design Without End” (a cura di Janelle Miniter) il ruolo del design nell’economia circolare: ad essere valorizzato, in questo caso, è il potenziale rigenerativo che prende forma grazie ai designer impegnati, nella grande come nella piccola scala, per l’ambiente e le comunità. Al MUDEC di Milano, la fascinazione senza tempo per la robotica diventa il tema di un approfondimento che, senza soluzione di continuità, parte dalle macchine del passato per proiettarci verso degli automi che verranno. Con “Robot. The Human Project”, il museo trova la chiave per interrogarsi sugli scenari tecnologici ed etici a cui la progressiva emancipazione dei nostri cloni digitali ci metterà sempre più a contatto.
Sono poi le chiavi di lettura trasversali, quelle più curiose e apparentemente non legate a doppio filo alla disciplina, a promettere le scoperte più originali. Sceglie il tema universale del viaggio la mostra “Travel as a Tool” che il Design Museum di Helsinki inaugurerà la prossima primavera. Le rotte e gli itinerari compiuti da alcuni designer scandinavi a partire dal 1940 diventano una chiave di lettura per esplorare come il viaggio sia uno dei territori di scoperta e confronto più fertile per i progettisti. Ancora, a al Design Museum Gent, in Belgio, il paradigma del colore nell’universo del pittore fiammingo Jan Van Eyck diventa con “Kleureyck – Van Eyck’s Colours in Design” un pretesto colto ed intrigante per allestire progetti di grafica, prodotto, artigianato secondo affinità cromatiche.
L’universo di uno dei romanzi più psichedelici della letteratura per l’infanzia, “Alice nel paese delle meraviglie”, è invece il tema di ricerca su cui scommette il Victoria & Albert Museum di Londra con “Alice: Curiouser And Curiouser”, che sarà inaugurata la prossima estate. Nella lunga carrellata di manufatti che si apprestano ad arricchire il percorso espositivo, il testo di Lewis Carroll risuona ben oltre i manoscritti originali e le illustrazioni con cui è stato accompagnato nel tempo, continuando ad ispirare fenomenologie impreviste nella contemporaneità.
La celebrazione di stagioni o individualità spartiacque offrono poi altri spunti di approfondimento imprescindibili per gli appassionati. È già stata inaugurata da pochi giorni al MAK “Bentwood And Beyond: Thonet And Modern Furniture Design”: il museo viennese, che vanta una delle collezioni più significative delle sedie in legno curvato ideate da Michael Thonet, ne mostra al pubblico gli esemplari più virtuosi, accostando ai grandi classici le sperimentazioni compiute nella seconda metà del Novecento (come le Thonet di Verner Panton) e nelle due prime decadi del 2000. Sempre in tema di riconoscimenti e consacrazioni, poi, è attesissima la mostra che il Design Museum London inaugurerà nel settembre 2020 su Prada: prima grande monografica sulla sofisticata produzione di Miuccia Prada, l’esposizione ne ripercorrerà non solo le intuizioni (e le rivoluzioni) nel gusto, ma anche le operazioni nel campo dell’architettura e dell’arte che hanno fatto della casa di moda un operatore culturale di avanguardia.
Guarda all’interior design la grande mostra che il Vitra Design Museum inaugura a febbraio. “Home Stories: 100 Years, 20 Visionary Interiors” racconta il Novecento attraverso 20 architetture di interni paradigmatiche e di eccezione. Tra queste, ci sono quelle di architetti come Adolf Loos, Lina Bo Bardi, Assemble, l’eccezionale dimora di Andy Warhol, fino alle case di interior designer quali Elsie de Wolfe e Cecil Beaton. Infine, è una rilettura dei suoi archivi quella che il MAMC di Saint-Étienne, storico epicentro del design d’Oltralpe, propone con la mostra “Déjà-Vu. Le Design Dans Notre Quotidien” (a cura di Imke Plinta). Grandi classici del design nazionale ed internazionale vengono rievocati in un percorso che fa della familiarità la chiave di volta per tornare sul significato degli oggetti e sulla loro oscillazione tra dimensione privata e il più ampio contesto sociale.
Pubblicato su Domusweb il 3 gennaio 2020. Tutti i diritti riservati