Nei confini vastissimi della città di Buenos Aires -20 milioni di abitanti nella grande cintura della Ciudad Federal- due differenti tipologie di gentrification marcano l’evoluzione dello spazio urbano.
Puerto Madero, porto mercantile costruito alla fine dell’Ottocento e quindi abbandonato nel 1919, è oggi la dimora più gettonata dai rappresentanti di media, finanza e nuova politica. Dopo la riconversione a uffici e strutture residenziali dei vecchi docks, dopo la ristrutturazione per mano di Philippe Starck del Faena Hotel, punta di diamante dell’hotellerie portena, dopo la realizzazione di un ponte pedonale a firma di Santiago Calatrava (Puente de la Mujer), i nuovi grattacieli in costruzione (come gli ultimi Torres Mulieris) sanciscono il definitivo riscatto da vecchia periferia a nuovo centro. Più ad ovest, il tessuto ben più disarmonico di Palermo, altro storico quartiere cittadino ricco di testimonianze primo novecentesche, è oggi trasformato nel nuovo distretto della creatività, tra moda, cinematografia e design. Un quartiere vetrina un po’ bobo, che sembra preferire alle archistar il piccolo intervento localizzato, e che, allargandosi progressivamente, fa già parlare di “palermizzazione” di Buenos Aires.
Pubblicato su Domusweb il 1 ottobre 2009