Ci ha lasciati Richard Sapper, il grande maestro tedesco che scelse Milano e il suo design come patria di adozione. Qui vi raccontiamo chi era e cosa ha fatto. E nella gallery riconoscerete tanti oggetti familiari…
UN DESIGN INVENTIVO
Una carriera durata sessant’anni, sempre all’insegna di un design inventivo ma mai personalistico. E un portfolio prolifico che ha marcato il paesaggio domestico di milioni di italiani (e certamente non solo il loro) grazie a prodotti divenuti iconici e allo stesso tempo popolari, quali il telefono Grillo, la radio Cubo per Brionvega, la caffettiera 9090 per Alessi, il computer Think Pad per IBM.
È soprattutto questa l’eredità che ci lascia Richard Sapper, il grande designer tedesco – ma milanese d’adozione, tanto da meritarsi un Compasso d’Oro alla Carriera nella categoria “nazionale” – scomparso lo scorso 31 dicembre all’età di 83 anni. A darne la notizia la casa editrice Phaidon, che sul grande designer sta preparando un’imponente monografia dedicata alla sua immensa e versatile produzione.
DALLA GERMANIA A MILANO
Nato a Monaco di Baviera nel 1932, Sapper lasciò la Germania dopo aver ricevuto una formazione interdisciplinare tra filosofia, ingegneria ed economia. Destinazione Milano, la città che non abbandonerà mai, neanche per cedere alle lusinghe di uno Steve Jobs che lo voleva a capo del dipartimento design di Apple. Il capoluogo lombardo, infatti, dal 1958 è l’epicentro privilegiato per confrontarsi con un design capace di essere al contempo sofisticato, di massa e all’avanguardia nelle tecnologie e nei materiali.
Dopo un esordio nello studio di Gio Ponti e un passaggio dall’ufficio stile de La Rinascente (che all’epoca patrocinava anche il Compasso d’Oro), Sapper strinse un sodalizio quasi ventennale con Marco Zanuso: insieme progetteranno alcuni dei prodotti più celebri dell’Italia di quegli anni, dal Cubo TS 502 al televisore portatile Algol (che tutti ricordiamo per il suo “muso” all’insù), alla sedia per bambini K 1340 per Kartell, la prima a essere realizzata interamente in plastica. Sempre insieme, parteciperanno all’indimenticabile collettiva del MoMA nel 1972, Italy, the New Domestic Landscape, progettando il prototipo di una casa mobile da trasportare all’interno di un container e da utilizzare negli scenari di crisi ed emergenza.
OGGETTI CHE FANNO LA DIFFERENZA
Successivamente Sapper lavorerà in autonomia, pur non precludendosi collaborazioni importanti, quale quella con Gae Aulenti, nata dall’intento condiviso di ripensare i mezzi di trasporto per offrire una soluzione concreta all’annoso problema del traffico. Tema su cui Sapper tornerà successivamente, lavorando nel settore automotive con Fiat o progettando il Folding Scooter, il prototipo realizzato per il Comune di Milano di un monopattino pieghevole da portare con se sul tram o la metro (in nuce, l’antenato delle tante biciclette elettriche pieghevoli apparse sulle nostre strade).
Sebbene il mondo del mobile lo abbia visto sempre in prima fila con progetti per Knoll, B&B, Magis, Molteni, è stato forse il campo del prodotto quello in cui Sapper ha saputo esprimere al meglio il suo desiderio di sintetizzare progresso tecnico e problem solving, in oggetti capaci di fare la differenza – come la caffettiera svitabile con una mano sola, il personal computer dotato di un’ergonomia potenziata, la prima alogena a basso costo e il primo bollitore che, invece di fischiare, intona un “mi” e un “si”.
Pubblicato su Artribune.com il 7 gennaio 2016