Nella cornice lussureggiante delle colline di Bali, Studio Jencquel rilegge in chiave contemporanea la tipologia del tradizionale padiglione indonesiano, smorzando gli eccessi vernacolari attraverso un ricorso rigoroso a forme e materiali locali.
Letteralmente “La casa dell’alba” in lingua bahasa, villa Rumah Fajar reinterpreta la tipologia architettonica del bale agung, padiglione comunitario indonesiano sviluppato sulla lunghezza e tradizionalmente collocato al centro del villaggio. In posizione isolata e mimetizzata sul fianco di una collina, villa Rumah Fajar affiora dalla cortina della vegetazione attraverso la trama dei suoi prospetti, che integrano in un disegno controllato di volumi e texture materiali quali mattoni in terracotta balinese, pietra vulcanica – non a caso la costruzione è cominciata nel 2017 in concomitanza con l’esplosione del vulcano Gunung Agung – e legno Ironwood carbonizzato secondo le tecniche giapponesi dello Shou-Sugi-Ban.
Anche gli interni prediligono un linguaggio vernacolare votato ad una semplicità ricercata, dove l’eco locale risuona nella fattura artigianale di mobili e partizioni che arredano le quattro camere da letto e gli spazi comuni, tutti accomunati dai toni neutri delle finiture. Accessibile attraverso un pontile a zig-zag, percorso che secondo la tradizione locale contribuisce a confondere e scacciare gli spiriti maligni, la soglia della villa è affiancata da statue votive che rievocano la spiritualità dell’isola. Intorno, la natura manifesta la sua forza rigogliosa dissolvendo il confine tra interni ed esterni ed imponendosi attraverso le viste sul paesaggio e l’esperienza dei giardini progettati dallo stesso Maximilian Jencquel, a capo dell’omonimo Studio Jencquel che firma il progetto.
Pubblicato su Domusweb il 23 settembre 2020. Tutti i diritti riservati.