Indirizzo da tenere a mente durante le convulse giornate del Salone del Mobile di Milano, Subalterno1, in zona Lambrate, conferma il suo approccio autentico all’autoproduzione. E quest’anno sceglie come tema della sua tradizionale mostra il rapporto fra natura e artificio.
Nel mondo del design, e naturalmente non solo, si scovano a volte piccoli indirizzi che sembrano destinati a fare grandi cose: pensati in luoghi decentrati, a cavallo tra dimensione di quartiere e logica underground, proseguono indisturbati lungo il filo rosso della propria missione, indifferenti al chiasso da anteprime che li circonda. Liberi dalla velleità di dover sfoggiare un’aura patinata, hanno sì qualcosa del fenomeno di costume, ma non si bruciano in una parabola effimera, stretta tra iniziale magnificazione ed evanescente declino, come molte tendenze di cui leggiamo sui giornali. La loro dimensione è raccolta: quello che all’inizio appare come un vincolo ineludibile – ci riferiamo alla disponibilità di metri quadri – si rivela nella pratica il giusto passo per poter affrontare, al pari di un montanaro concentrato su una salita, un percorso inevitabilmente lungo e ricco di ostacoli. Il passaparola gioca sicuramente a favore, ma è soprattutto la qualità della proposta a fare la differenza: è il contenuto, nelle sue caratteristiche di assoluta originalità, a delineare spontaneamente una nicchia di riferimento da coltivare e, allo stesso tempo, di cui nutrirsi.
UN INDIRIZZO DA RICORDARE
A Milano, durante i giorni del Salone, ci piace ritrovare questa piccolo indirizzo ricco di libertà e spessore presso Subalterno1, una galleria ben radicata nel tessuto di Lambrate, che dal 2011 si dedica, a suo dire, alla definizione e alla promozione di progetti legati dal filo rosso dell’autoproduzione. Fondata dall’architetto Andrea Gianni, Subalterno1 è innanzitutto una grande rete che si tiene insieme attraverso una curatela scientifica (di Stefano Maffei, docente al Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano), una solida art direction (quella di Tecnificio, maker facility milanese) e una vasta platea di interlocutori e designer. Niente, dunque, che abbia a che vedere con l’onanismo narcisistico da autoproduzione incentrata su se stessa; al contrario, una rete di eccellenze che sembra concedersi prima di tutto il gusto di sperimentare.
LA MOSTRA
Come ogni anno, per il Salone del Mobile Subalterno1 ci guida con una piccola collettiva alla scoperta di un tema. Quest’anno la scelta è caduta su Anthropocene, racconto per oggetti (a firma di Massimiliano Adami, Carlo Contin, Lorenzo Damiani, Ami Drach & Dov Ganchrow, Andrea de Chirico, Gionata Gatto, Mogu, Nucleo, Sovrappensiero, Tecnificio e Yesenia Thibault-Picazo) di un possibile confronto tra naturale e artificiale. Sarà l’ambientazione tropicale promessa dall’installazione, o l’incalcolabile apporto dell’immaginazione nutrita e rilanciata in una comunità di pari – come ci ricorda anche lo storico Yuval Harai nel suo Breve storia dell’umanità – a decretarne ancora una volta il successo?
Milano // dal 4 al 9 aprile 2017
Via Conte Rosso 2
www.subalterno1.com
Pubblicato su Artribune Magazine #36 – Speciale Design e su Artribune.com il 3 aprile 2017