Il web, oramai l’abbiamo capito, è un catalizzatore: di opportunità, di visibilità, di nuovi possibili modelli di business. E il design sul web non fa eccezione: nelle formulazioni più innovative, lontane dal rumore di retweet e condivisioni fittizie, il suo valore performativo si traduce in nuove piattaforme capaci di accorciare la distanza tra produttori e consumatori.Formabilio è un caso emblematico di design-sul-web: i pezzi di arredo che entrano in catalogo non vengono selezionati ai piani alti dell’azienda, ma sono frutto di un contest promosso in Rete che la community del sito è chiamata a votare, affiancando le proprie preferenze al giudizio di un pool di esperti. Uno vale uno, o quasi: la folla non avrà sempre ragione, ma comprerà più facilmente ciò che ha apprezzato e votato.
Intorno a questa idea forte, è tutta la filiera a essere riorganizzata: i prodotti sono distribuiti su scala globale attraverso l’acquisto esclusivo in e-commerce, ma la produzione, rigorosamente made in Italy, è locale, e prende piede in quella provincia di Treviso che, pur soffrendo la morsa della crisi, difende ancora il proprio know how tecnico e artigianale.
Non manca poi l’attenzione alla sostenibilità ambientale e alla durabilità dei prodotti, così come a una tutela rafforzata dei designer, a cui – scusate se è poco – vengono riconosciute royalties del 7%. E sono proprio quei designer a trarre il maggior beneficio: il meccanismo del concorso, infatti, ha premiato finora insospettabili e veri emergenti, non necessariamente vicini al mondo delle grandi scuole o alle cricche della produzione.
Pubblicato su Artribune Magazine #18 e su Artribune.com il 26 aprile 2014