Epicentro del Rinascimento italiano nel ‘400, nuova culla delle arti applicate alla fabbricazione digitale oggi. A solo qualche mese di distanza da Source, festival dedicato ai volti emergenti del design autoprodotto, Firenze – di cui l’ultimo Artribune Magazine racconta la vocazione contemporanea – torna a occuparsi di innovazione legata alle filiere della rivoluzione 3.0 con Make/Florence, manifestazione promossa da Fondazione TEMA dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dal Mobile Experience Lab del celebre MIT di Boston, per individuare nuove potenzialità tecnologiche e produttive nel campo dell’artigianato.
Alla sua prima edizione, l’iniziativa ha sposato la formula del make-a-thon, alias una “maratona del fare”, per animare la quattro giorni appena conclusasi presso lo IED di Firenze: la sfida, progettare il nuovo “souvenir digitale” in grado di superare l’offerta un po’ stantia di questa categoria merceologica aggiornandola agli scenari di produzione e consumo del XXI secolo. Ad aggiudicarsi il contest, a cui hanno partecipato oltre 20 tra designer e makers, è stata Pico, l’inedita scatola dei “ricordi digitali” (ideata da Jessica Russo, Alessandro Panichi, Irene Barnes e Flavia Luglioli) che si propone non solo di conservare ricordi fisici – il più classico souvenir acquistato in città – ma anche di archiviare i ricordi digitali legati all’esperienza di viaggio, che potranno essere “risvegliati” e fruiti semplicemente appoggiando uno smartphone sulla scatola.
Congiuntamente a Make/Florence sono stati anche presentati i risultati del programma Re/Active di Fondazione TEMA, di cui Make/Florence rappresenta di fatto l’evento conclusivo. In mostra, i prodotti esito della collaborazione tra makers e quattro aziende artigiane del territorio (Il Papiro, Lenzi Egisto, Stefano Bemer, Toscot) con l’obiettivo di stimolare la competitività e l’integrazione tra tessuto imprenditoriale e creativi digitali.
Pubblicato su Artribune.com il 21 novembre 2015