La 55esima edizione del Salone del Mobile, in corso fino a domenica alla Fiera di Rho, sembra iniziata sotto i migliori auspici: i visitatori sono numerosi, confermano gli espositori, a riprova che l’appuntamento milanese non scalfisce la propria leadership e che le premesse per un bilancio economico positivo ci sono tutte. Tra le novità più attese, si fa la fila per vedere Before Design: Classic, la mostra curata dallo studio Ciarmoli Queda che, stando alle attese, doveva traghettare lo stile di arredo classico in una dimensione di nuova appetibilità contemporanea. Ebbene, passeggiando tra capitelli posticci, statue greche e poltrone impero con rivestimento vinilico, viene il sospetto che non basti il riscatto pop di proiezioni video, colori vividi e una palla specchiata da discoteca per legittimare un genere, mentre il corto di Matteo Garrone – applaudito dal pubblico in sala – appare per lo più come un’operazione di maniera. “Il tempo è una delle poche cose che può definire la qualità di un oggetto” (Richard Sapper), leggiamo su un pannello del contiguo Salone Satellite, e ci viene il sospetto che sia proprio l’intuizione di questo grande Maestro, recentemente scomparso, a decretare più efficacemente lo spartiacque tra la classicità e le sue rivisitazioni estemporanee.
SELEZIONE AL NUOVO POLO DEL LUSSO
Nel padiglione del contemporaneo, l’altra fila è tutta per lo stand di Cassina, da qualche mese sotto la direzione artistica di Patricia Urquiola, dove a farla da padrone sono – neanche a dirlo – i classici del Bauhaus come la poltrona Utrecht con nuovo rivestimento di Bertjan Pot. Tra le altre proposte, incuriosisce l’intuizione di Philippe Starck che con la nuova collezione Generic per Kartell cerca nuova linfa per gli arredi archetipici di luoghi pubblici quali scuole, uffici, ospedali. Infine, non manca la visita al nuovo polo del lusso, che racchiude in un padiglione dedicato marchi come Fendi, Roberto Cavalli e Aston Martin. Qui, il pubblico si fa più rarefatto ma, assicurano gli operatori, non c’è di che allarmarsi. Anzi, l’operazione inaugurata quest’anno dal Cosmit sembra soddisfare soprattutto gli espositori coinvolti, che rivendicano la specificità di un settore con dinamiche produttive ed economiche peculiari – l’assenza dei buyer, l’intermediazione diretta con le grandi agenzie di real estate – e che come tale merita di essere organizzato e comunicato come un’entità a se stante.
Pubblicato su Artribune.com il 14 aprile 2016