Un’azienda di design a sud di Roma è già di per sé una notizia, abituati come siamo a pensare che la presenza di un territorio fertile – di confronto intellettuale, di fornitori, di consumatori evoluti – sia una conditio sine qua non per il successo imprenditoriale. Vi presentiamo Slamp.
Slamp, fondata nel 1994 a Pomezia da Roberto Ziliani, ha dimostrato come sia possibile affrancarsi da quello che ai più appare come uno svantaggio naturale grazie a una mission inequivocabile e alla capacità di perseguirla con perseveranza e spirito d’innovazione. Osservate i cataloghi: vi troverete lampade decorative che vengono completamente trasfigurate dall’uso elettivo dei materiali plastici, principali artefici di un segno grafico accessibile (anche nel portafoglio) e spesso divertito. Materiali, peraltro, che sono il fulcro tecnologico dell’azienda, con tredici brevetti all’attivo messi a punto per ottimizzare performance e rifrazione della luce da parte dei tecnopolimeri.
Ziliani, che viene dal mondo della moda, ha ben presente quanto il brand sia un potente vettore anche nel campo dell’arredo, e ha coerentemente costruito l’appeal della sua creatura mattoncino dopo mattoncino, dal debutto con Mendini alla scelta dell’architetto inglese Nigel Coates in veste di art director, fino alla collaborazione con una tra le archistar più elitarie, Zaha Hadid. La quale, con la sua collezione, ha regalato all’azienda proprio quello che mancava: un’interpretazione maestosa e sacrale del lampadario a sospensione, sintesi equilibratissima tra enfasi e contemporaneità.
Pubblicato su Artribune Magazine #22 e su Artribune.com il 10 marzo 2015