{"id":3271,"date":"2016-03-12T14:01:00","date_gmt":"2016-03-12T14:01:00","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/scienza-e-design-sempre-piu-in-sinergia-nasce-jods-il-giornale-online-antidisciplinare-del-mit-di-boston-che-spariglia-le-carte-tra-progetto-e-ricerca\/"},"modified":"2016-03-12T14:01:00","modified_gmt":"2016-03-12T14:01:00","slug":"scienza-e-design-sempre-piu-in-sinergia-nasce-jods-il-giornale-online-antidisciplinare-del-mit-di-boston-che-spariglia-le-carte-tra-progetto-e-ricerca","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/scienza-e-design-sempre-piu-in-sinergia-nasce-jods-il-giornale-online-antidisciplinare-del-mit-di-boston-che-spariglia-le-carte-tra-progetto-e-ricerca\/","title":{"rendered":"Scienza e design sempre pi\u00f9 in sinergia. Nasce JoDS, il giornale online \u201cantidisciplinare\u201d del MIT di Boston che spariglia le carte tra progetto e ricerca"},"content":{"rendered":"
Un attacco al settorialismo accademico e alle torri di vetro dove i dotti e i luminari si confinano in un\u2019attivit\u00e0 di studio troppo elitaria. Ma anche un modo per stare al passo \u2013 e dettare legge \u2013 sulla crescente sovrapposizione tra design e scienza. JoDS, aka Journal of Design and Science, l\u2019ultima iniziativa editoriale scaturita da quell\u2019avanguardistico think tank universitario che \u00e8 il MIT di Boston, \u00e8 una pubblicazione online in formato open access che si prefigge di indagare a doppio filo e senza soluzione di continuit\u00e0 \u201cnon solo il design della scienza, ma anche la scienza del design\u201d. La prima novit\u00e0 \u00e8 una questione di metodo: gli articoli pubblicati, infatti, sfuggiranno alla logica della \u201crevisione di pari\u201d, quella prassi consolidata che subordina una pubblicazione al giudizio di un esperto di pari competenze nel settore. Un meccanismo, questo, che \u00e8 generalmente sinonimo di trasparenza e autorevolezza anche in virt\u00f9 dell\u2019anonimato che accompagna questa revisione, ma che esclude per\u00f2 l\u2019intervento e il commento da parte della comunit\u00e0 pi\u00f9 allargata, quella dei cultori della materia che operano a diverso titolo nel settore.<\/p>\n
TESTI CONDIVISIBILI CON LICENZA CREATIVE COMMONS<\/strong> Un attacco al settorialismo accademico e alle torri di vetro dove i dotti e i luminari si confinano in un\u2019attivit\u00e0 di studio troppo elitaria. Ma anche un modo per stare al passo \u2013 e dettare legge \u2013 sulla crescente sovrapposizione tra design e scienza. JoDS, aka Journal of Design and Science, l\u2019ultima iniziativa editoriale scaturita … <\/p>\n
\nSu JoDS, invece, gli articoli sono dati in pasto a tutti i lettori planetari, i quali potranno non solo leggere e condividere i testi con licenza creative commons, ma anche simulare la revisione di pari inserendo commenti e critiche puntuali lungo tutto il corso dell\u2019articolo, come se stessero appuntando una nota a margine. Quanto ai contenuti, prepariamoci a una voragine inarrestabile di \u201cantidisciplinariet\u00e0\u201d \u2013 l\u2019esatto contrario di quell\u2019interdisciplinarit\u00e0 che il MIT giudica ormai superata perch\u00e9 vista come un limite all\u2019avanzamento della conoscenza entro paletti e aspettative troppo certe. A parlare, per ora, troviamo autori onnivori \u2013 Joi Ito, Neri Oxman, Kevin Slavin, Danny Hillis \u2013 con un\u2019evidente fascinazione per computer science ed etnografia, che parlando sia dell\u2019invenzione dell\u2019utente che di robot iper-performanti non fanno altro che scommettere sull\u2019inevitabile compresenza di un po\u2019 di scienza nel design, e di design nella scienza, per dare vita ad un progresso tangibile e fuori dagli schemi.
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\nPubblicato su Artribune.com<\/a> il 12 marzo 2016<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"