{"id":3283,"date":"2016-01-14T14:56:20","date_gmt":"2016-01-14T14:56:20","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/la-prima-stagione-del-design-italiano-in-mostra-a-roma\/"},"modified":"2016-01-14T14:56:20","modified_gmt":"2016-01-14T14:56:20","slug":"la-prima-stagione-del-design-italiano-in-mostra-a-roma","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/la-prima-stagione-del-design-italiano-in-mostra-a-roma\/","title":{"rendered":"La prima stagione del design italiano. In mostra a Roma"},"content":{"rendered":"
Ancora pochi giorni per accorrere al Palazzo delle Esposizioni a vedere \u201cUna dolce vita? Dal Liberty al design italiano. 1900-1940\u201d. Una mostra che arriva dal Mus\u00e9e d\u2019Orsay di Parigi e parla del nostro Paese.<\/strong><\/p>\n Una dolce vita? Dal Liberty al design italiano. 1900-1940<\/em> indaga sulle decadi intense della stagione figurativa e progettuale del primo Novecento italiano, mescolando volutamente le carte tra arti maggiori e minori e scegliendo il design come risultante e chiave di lettura del rapporto tra le due. <\/p>\n Per chi di design \u00e8 appassionato, l\u2019interesse del percorso espositivo non risieder\u00e0 tanto nell\u2019impossibile pretesa di restituire la ricchezza del periodo attraverso l\u2019esaustivit\u00e0 degli oggetti in mostra. Piuttosto, l\u2019occasione di osservare dal vivo pezzi non sempre accessibili, ad esempio le sedute e gli strumenti musicali di Carlo Bugatti, la sala da pranzo di Giacomo Balla o i mobili di Marcello Piacentini per la casa di Fiammetta Sarfatti, diventa un\u2019opportunit\u00e0 per riflettere ancora una volta sulla difficolt\u00e0 \u2013 sull\u2019impossibilit\u00e0? \u2013 di mettere a fuoco una matrice comune, un minimo comun denominatore tale da definire un carattere nazionale univoco e chiaramente leggibile. Roma \/\/ fino al 17 gennaio 2016
\nUn periodo fertile e sotto certi aspetti propizio, quello dell\u2019Italia preindustriale e antecedente al boom economico, che raramente, ahinoi, brilla per protagonismo nella storia del design nostrano. Ubi maior minor cessat: tutta colpa, se cos\u00ec si pu\u00f2 dire, della stagione felice \u2013 e quella s\u00ec pienamente dolce e senza spettri \u2013 del miracolo economico e dello sviluppo di massa del design industriale nel Belpaese, che ha spesso oscurato all\u2019ombra della propria agiografia le intuizioni formali complesse e i personaggi eclettici e originali scaturiti da altri momenti storici.
\nEppure, di occasioni di felicit\u00e0 in un mondo ancora sospeso tra unit\u00e0 nazionale e progresso, tra guerra e vertigini totalitarie, ne possiamo intravedere pi\u00f9 d\u2019una, stando alla ricchezza degli indirizzi figurativi \u2013 molteplici e persino conflittuali \u2013 che attraversano questi quarant\u2019anni: il Liberty, espressione della nascente borghesia, il Futurismo come arte totale di rottura, il ritorno al Classico come matrice inestinguibile del pensiero e della decorazione e infine l\u2019ascesa del Razionalismo.<\/p>\n
\nStile italiano, s\u00ec, ma quale? Ecco il tratto che non sembra mai cambiare, a dispetto della dolcezza delle stagioni.<\/p>\n
\nUna dolce vita? Dal Liberty al design italiano. 1900-1940
\na cura di Guy Cogeval e Beatrice Avanzi
\nCatalogo Skira
\nPALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
\nVia Nazionale 194
\n06 39967500
\ninfo@palazzoesposizioni.it
\nwww.palazzoesposizioni.it<\/p>\n