{"id":3284,"date":"2016-01-07T15:06:35","date_gmt":"2016-01-07T15:06:35","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/e-morto-richard-sapper-ricordo-di-un-maestro-del-design\/"},"modified":"2016-01-07T15:06:35","modified_gmt":"2016-01-07T15:06:35","slug":"e-morto-richard-sapper-ricordo-di-un-maestro-del-design","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/e-morto-richard-sapper-ricordo-di-un-maestro-del-design\/","title":{"rendered":"\u00c8 morto Richard Sapper. Ricordo di un maestro del design"},"content":{"rendered":"

Ci ha lasciati Richard Sapper, il grande maestro tedesco che scelse Milano e il suo design come patria di adozione. Qui vi raccontiamo chi era e cosa ha fatto. E nella gallery riconoscerete tanti oggetti familiari\u2026<\/strong><\/p>\n

UN DESIGN INVENTIVO<\/strong>
\nUna carriera durata sessant\u2019anni, sempre all\u2019insegna di un design inventivo ma mai personalistico. E un portfolio prolifico che ha marcato il paesaggio domestico di milioni di italiani (e certamente non solo il loro) grazie a prodotti divenuti iconici e allo stesso tempo popolari, quali il telefono Grillo, la radio Cubo per Brionvega, la caffettiera 9090 per Alessi, il computer Think Pad per IBM.
\n\u00c8 soprattutto questa l\u2019eredit\u00e0 che ci lascia Richard Sapper, il grande designer tedesco \u2013 ma milanese d\u2019adozione, tanto da meritarsi un Compasso d\u2019Oro alla Carriera nella categoria \u201cnazionale\u201d \u2013 scomparso lo scorso 31 dicembre all\u2019et\u00e0 di 83 anni. A darne la notizia la casa editrice Phaidon, che sul grande designer sta preparando un\u2019imponente monografia dedicata alla sua immensa e versatile produzione.<\/p>\n

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Richard Sapper<\/figcaption><\/figure>\n

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DALLA GERMANIA A MILANO<\/strong>
\nNato a Monaco di Baviera nel 1932, Sapper lasci\u00f2 la Germania dopo aver ricevuto una formazione interdisciplinare tra filosofia, ingegneria ed economia. Destinazione Milano, la citt\u00e0 che non abbandoner\u00e0 mai, neanche per cedere alle lusinghe di uno Steve Jobs che lo voleva a capo del dipartimento design di Apple. Il capoluogo lombardo, infatti, dal 1958 \u00e8 l\u2019epicentro privilegiato per confrontarsi con un design capace di essere al contempo sofisticato, di massa e all\u2019avanguardia nelle tecnologie e nei materiali.
\nDopo un esordio nello studio di Gio Ponti e un passaggio dall\u2019ufficio stile de La Rinascente (che all\u2019epoca patrocinava anche il Compasso d\u2019Oro), Sapper strinse un sodalizio quasi ventennale con Marco Zanuso: insieme progetteranno alcuni dei prodotti pi\u00f9 celebri dell\u2019Italia di quegli anni, dal Cubo TS 502 al televisore portatile Algol (che tutti ricordiamo per il suo \u201cmuso\u201d all\u2019ins\u00f9), alla sedia per bambini K 1340 per Kartell, la prima a essere realizzata interamente in plastica. Sempre insieme, parteciperanno all\u2019indimenticabile collettiva del MoMA nel 1972, Italy, the New Domestic Landscape, progettando il prototipo di una casa mobile da trasportare all\u2019interno di un container e da utilizzare negli scenari di crisi ed emergenza.<\/p>\n

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Richard Sapper con Marco Zanuso, Grillo, 1965 \u2013 prod. Siemens Italtel<\/figcaption><\/figure>\n

OGGETTI CHE FANNO LA DIFFERENZA<\/strong>
\nSuccessivamente Sapper lavorer\u00e0 in autonomia, pur non precludendosi collaborazioni importanti, quale quella con Gae Aulenti, nata dall\u2019intento condiviso di ripensare i mezzi di trasporto per offrire una soluzione concreta all\u2019annoso problema del traffico. Tema su cui Sapper torner\u00e0 successivamente, lavorando nel settore automotive con Fiat o progettando il Folding Scooter, il prototipo realizzato per il Comune di Milano di un monopattino pieghevole da portare con se sul tram o la metro (in nuce, l\u2019antenato delle tante biciclette elettriche pieghevoli apparse sulle nostre strade).
\nSebbene il mondo del mobile lo abbia visto sempre in prima fila con progetti per Knoll, B&B, Magis, Molteni, \u00e8 stato forse il campo del prodotto quello in cui Sapper ha saputo esprimere al meglio il suo desiderio di sintetizzare progresso tecnico e problem solving, in oggetti capaci di fare la differenza \u2013 come la caffettiera svitabile con una mano sola, il personal computer dotato di un\u2019ergonomia potenziata, la prima alogena a basso costo e il primo bollitore che, invece di fischiare, intona un \u201cmi\u201d e un \u201csi\u201d.<\/p>\n

Pubblicato su Artribune.com<\/a> il 7 gennaio 2016<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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