{"id":3285,"date":"2016-01-06T20:48:10","date_gmt":"2016-01-06T20:48:10","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/la-top-5-del-design-2015-tutti-i-progetti-e-i-fenomeni-da-ricordare-e-di-cui-sentiremo-parlare-ancora-a-lungo\/"},"modified":"2016-01-06T20:48:10","modified_gmt":"2016-01-06T20:48:10","slug":"la-top-5-del-design-2015-tutti-i-progetti-e-i-fenomeni-da-ricordare-e-di-cui-sentiremo-parlare-ancora-a-lungo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/la-top-5-del-design-2015-tutti-i-progetti-e-i-fenomeni-da-ricordare-e-di-cui-sentiremo-parlare-ancora-a-lungo\/","title":{"rendered":"La top 5 del Design 2015: tutti i progetti e i fenomeni da ricordare (e di cui sentiremo parlare ancora a lungo)"},"content":{"rendered":"

Sempre opinabili, le classifiche. Che restano, per\u00f2, un ottimo territorio di confronto per riflettere sulle evoluzioni del gusto, della ricerca e del mercato, anche e soprattutto in un campo tanto instabile e soggetto a mutazioni quale \u00e8 quello del design. Cosa rester\u00e0 negli annali del progetto 2015? Tra tutti gli avvenimenti dell\u2019anno che si \u00e8 appena concluso, abbiamo selezionato le novit\u00e0 e i fenomeni che pi\u00f9 ci hanno conquistato in termini di sorpresa, qualit\u00e0 e dirompenza. A voi la palla, per confermare le nostre preferenze o sostenere le ragioni del vostro progetto del cuore 2015.<\/p>\n

\u2013 Palma d\u2019oro<\/strong>: La consegniamo, ancora una volta, alla citt\u00e0 di Milano, che anche grazie alla congiuntura di Expo ha saputo ritrovare ottimismo, determinazione e uno smalto particolarmente accattivante. Durante l\u2019ultima edizione di un Salone del Mobile in grande salute ma pur sempre convulso (questo s\u00ec, va detto: c\u2019\u00e8 sempre spazio per rimettere a punto la formula), non sono state poche le location che hanno messo in rima una parola altrimenti vuota come \u201ctendenza\u201d con un presupposto rigoroso di ricerca e curatela. Molti i protagonisti italiani che ci piace citare: lo showroom Moroso con la collezione di J\u00f6rg Schellmann e le installazioni Wall Works, A Stomaco Vuoto nel neonato spazio de Il Lazzaretto, la collezione Body Building da Atelier Biagetti, la potenza evocativa della galleria Leclettico, la collezione Palmador di Dimore Studio a via Solferino. Menzione speciale anche al distretto delle 5vie con la regia impeccabile di PS, e al Milano Design Film Festival, appuntamento ormai consolidato che sa rivolgersi oltre ai soliti aficionados della comunit\u00e0 del design.<\/p>\n

\u2013 Installazioni<\/strong>: la London Design Week 2016 ci ha portato verso il confine pi\u00f9 immaginifico della disciplina grazie ad una serie di grandi installazioni a firma di artisti e designer (Alex Chinneck su tutti). Ed ecco il controaltare, quel linguaggio \u201cambientale\u201d di cui un po\u2019 si sente la mancanza proprio dalle parti del capoluogo lombardo\u2026<\/p>\n

\u2013 Metamorfosi<\/strong>: il design non riposa sugli allori, non \u00e8 mai uguale a se stesso e non smette di allargare i suoi confini, spesso e volentieri seguendo le sollecitazioni della tecnologia. Dopo l\u2019avvento del biodesign, \u00e8 probabilmente l\u2019ingresso nella quarta dimensione \u2013 quella del tempo \u2013 che si appresta a modificare radicalmente la maniera con cui progetteremo oggetti e infrastrutture, forse a scapito della proliferazione elettronica di un mondo che tanto aspirava ad essere smart.<\/p>\n

\u2013 Territori<\/strong>: se usato consapevolmente come strumento di marketing territoriale, il design pu\u00f2 coadiuvare il ripensamento dell\u2019identit\u00e0 e la rinascita di territori e contesti tradizionalmente lontani dall\u2019industria e dal progetto. L\u2019abbiamo visto con \u201cAilleurs en Folie Milan\u201d, con il \u201cRural Design\u201d in Irpinia, con Piemonte Handmade a Operae e da ultimo alla Matera Design Week. La lista continuer\u00e0 anche nel 2016?<\/p>\n

\u2013 Esposizioni permanenti<\/strong>: ci fa piacere apprendere, come ha raccontato Federico Bonadeo a Giulia Marani, che il Museo del Design 1880 \u2013 1980 non lascer\u00e0 Milano dopo l\u2019anno dell\u2019Expo. Un auspicio a pensare che la sete di nuove istituzioni espositive \u2013 e dello sguardo introspettivo che inevitabilmente portano con loro \u2013 non si plachi mai, neanche nelle cosiddette citt\u00e0 \u201cdi design\u201d.<\/p>\n

Pubblicato su Artribune.com<\/a> il 6 gennaio 2016<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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