{"id":3314,"date":"2015-06-13T13:07:22","date_gmt":"2015-06-13T13:07:22","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/isia-design-e-una-mostra-banchetto-intervista-con-marco-bazzini\/"},"modified":"2015-06-13T13:07:22","modified_gmt":"2015-06-13T13:07:22","slug":"isia-design-e-una-mostra-banchetto-intervista-con-marco-bazzini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/isia-design-e-una-mostra-banchetto-intervista-con-marco-bazzini\/","title":{"rendered":"Isia Design e una mostra-banchetto. Intervista con Marco Bazzini"},"content":{"rendered":"

Sono tra i primi istituti ad aver lanciato in Italia la formazione universitaria nel campo del design e ora si presentano insieme per una mostra a Milano che declina il tema del design come strumento di conoscenza. Ne parliamo con Marco Bazzini, presidente dell\u2019ISIA Firenze e co-curatore (con Anty Pansera) di \u201cISIA Design Convivio\u201d.<\/strong><\/p>\n

Si ispira al Convivio di Dante Alighieri, l\u2019opera che il sommo poeta scrisse nei primi anni di esilio per rappresentare la struttura dello scibile umano attraverso la metafora del simposio, l\u2019esposizione ISIA Design Convivio, allestita a Milano nella Biblioteca Umanistica dell\u2019Incoronata fino al 26 giugno. In mostra, una selezione di sessanta progetti realizzati dagli studenti dei quattro Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, al secolo ISIA Faenza, ISIA Firenze, ISIA Roma e ISIA Urbino. Una scuola, e sono forse in pochi a saperlo, che \u00e8 la pi\u00f9 antica istituzione pubblica dedicata allo studio universitario nel campo del design e che annovera tra i fondatori, nel non troppo lontano 1975, anche un padre nobile quale Giulio Carlo Argan.
\nDi conoscenza, di nuove risposte ai bisogni e di istruzione pubblica nel campo del design abbiamo parlato con Marco Bazzini, presidente dell\u2019ISIA Firenze nonch\u00e9 curatore della mostra con Anty Pansera.<\/p>\n

Dante Alighieri e il suo Convivio per una mostra sui progetti dei quattro istituti ISIA: come si \u00e8 arrivati alla scelta di quest\u2019opera letteraria? Quale il nesso con le tematiche dell\u2019Expo?<\/strong>
\nIl Convivio di Dante non ha certo perso forza e prospettiva e pu\u00f2 ancora trovare nuove suggestioni, oltre a indicare nuove strade. La metafora della mensa come banchetto di cultura e sapienza pu\u00f2 diventare anche una figura possibile per parlare dei nostri istituti che formano i giovani al design.
\nNon sembri, quindi, eccessivo rifarsi a Dante per parlare oggi di coloro che praticano una cultura che per sua natura ha offerto e deve saper continuare a offrire una nuova abitabilit\u00e0 al pianeta. Come ISIA crediamo che tutti questi siano temi legati a Expo, perch\u00e9 \u201cNutrire il Pianeta\u201d vuol dire anche saper pensare, mettere in forma e a disposizione nuovi modelli di sviluppo o oggetti che sanno avvalersi dei differenti panorami tecnologici e scientifici all\u2019interno di una grande responsabilit\u00e0 sociale.<\/p>\n

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Gabriele Berto (Isia Faenza), \u201cC.B.\u201d. Esempio di food design incentrato sull\u2019uso e la valorizzazione di prodotti alimentari emiliano-romagnoli, attraverso la cottura a vapore in barattoli di vetro.<\/figcaption><\/figure>\n

Quali sono i progetti in mostra?<\/strong>
\nI progetti presentati in quest\u2019occasione sono stati elaborati dopo gli Anni Zero dagli studenti, ma esponiamo anche un piccolo nucleo storico, che si rivolge alla dimensione quotidiana, a nuove pratiche di consumo, a chi vive la propria vita non soltanto come individuo ma anche come membro di una comunit\u00e0, a chi ha una piena e diversa consapevolezza di se stesso. Non cercano certo di risolvere i problemi e le tragedie evidenti della nostra societ\u00e0 ma, piuttosto, cercano di offrire a tutti nuove risorse per affrontarle.<\/p>\n

Come avete selezionato i lavori che vediamo esposti? E quale idea guida l\u2019allestimento?<\/strong>
\nAbbiamo immaginato quattro trattati, proprio come l\u2019opera dantesca, che concettualmente rispecchiano le linee della didattica ISIA: Trattato I \u2013 Design e conoscenza per tutti, II Trattato \u2013 I sensi del progetto, Trattato III \u2013 Design, ricerca e metodo, Trattato IV \u2013 Le virt\u00f9 del progetto.
\nUna piccola commissione per ogni Istituto ha fatto una prima selezione che poi \u00e8 passata al vaglio dei curatori. Purtroppo molti altri progetti interessanti sono rimasti esclusi. Per l\u2019allestimento, concepito e realizzato da un gruppo dell\u2019ISIA Firenze con a capo i professori Mirko Tattarini \u2013 sua \u00e8 anche la prima intuizione di rivolgersi a Dante \u2013 e Giancarlo Torri, l\u2019idea \u00e8 stata quella di apparecchiare una tavola al centro della biblioteca e di riproporre nello spazio un po\u2019 di storia degli ISIA. Ma \u00e8 stato uno sforzo collettivo di tutti e quattro gli Istituti con ISIA Urbino che ha realizzato tutta la grafica, coordinata dalla prof.ssa Silvia Sfligiotti, e ISIA Faenza e ISIA Roma che con rispettivamente i professori Marinella Paderni e Marco Vagnini non hanno fatto mancare il loro impegno e sostegno nelle diverse fasi di quella che \u00e8 un\u2019iniziativa interamente pensata e gestita in maniera interna agli Istituti.<\/p>\n

\u00c8 la prima volta che le quattro ISIA si raccolgono insieme per una mostra? Come si combinano le singole vocazioni degli istituti rispetto all\u2019organicit\u00e0 dell\u2019esposizione?<\/strong>
\nNon sono state molte le occasioni per presentarsi tutti insieme, salvo i Premi Nazionali delle Arti e qualche passaggio ai Fuori Salone. L\u2019ultima mostra di gruppo risale a vent\u2019anni fa e fu organizzata presso il Mart di Trento all\u2019insegna di Design cultura e istruzione, la sperimentazione didattica. La vera novit\u00e0 di quest\u2019anno \u00e8 per\u00f2 che in mostra non ci presentiamo come singoli istituti con ognuno un proprio spazio, ma piuttosto come un sistema nazionale e unico di formazione al design. E questa volont\u00e0 di stare tutti insieme \u00e8 un\u2019azione che con gli altri presidenti e direttori stiamo portando avanti anche al Ministero dell\u2019Istruzione dell\u2019Universit\u00e0 e della Ricerca proprio per dare pi\u00f9 forza alla formazione pubblica al design con una sensibilit\u00e0 diversa rispetto al passato. L\u2019ISIA, infatti, da molti anni caratterizza la propria scelta didattica proprio sull\u2019aspetto della responsabilit\u00e0 sociale, della cultura del progetto etico, questo ci distingue dal resto e ci permette allo stesso tempo di lavorare con specificit\u00e0 sui territori di appartenenza ma anche di collaborare con molte altre istituzioni di alta formazione e ricerca italiane ed estere, oltre che con aziende. E queste prestigiose collaborazioni sono un altro aspetto della nostra eccellenza.<\/p>\n

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Anna Togni (Isia Faenza), \u201cFabi-Sparkless\u201d. Progetto di definizione del design di un prototipo a tre ruote a basso impatto ambientale, realizzato per la partecipazione all\u2019edizione 2014 della Shell Eco Marathon<\/figcaption><\/figure>\n

L\u2019ISIA \u00e8 la prima scuola di design in Italia: a dispetto della sua storia e dei suoi illustri natali, si ha spesso l\u2019impressione che la sua resti un\u2019esperienza di nicchia. E che le istituzioni \u2013 parli per tutti l\u2019annosa vicenda dello sfratto dell\u2019ISIA di Firenze, che hai risolto dopo anni d\u2019incertezza non solo sulla sede, ma di fatto anche sulla stessa possibilit\u00e0 di sopravvivenza dell\u2019istituto \u2013 non si impegnino troppo a valorizzarla.<\/strong>
\nSiamo una realt\u00e0 molto piccola e a numero chiuso come iscrizioni. Tra studenti e docenti dei quattro istituti siamo in tutto sotto le 1.300 unit\u00e0. Ma proprio per questo siamo una grande eccellenza nel vasto corpo del MIUR \u2013 AFAM, il comparto ministeriale in cui sono presenti anche Accademie e Conservatori. Se dal lato della didattica questa \u00e8 la nostra forza, sul fronte della gestione e dei rapporti istituzionali diventa una debolezza. Ma negli ultimi due anni come Conferenza dei Presidenti e Direttori ISIA ci siamo dati molto da fare su tutti i fronti. Non siamo riusciti a risolvere tutti i problemi, fortunatamente quello della sede di Firenze \u00e8 andato a buon fine, ma stiamo trovando interlocutori attenti sia all\u2019interno del MIUR che nella politica. Hanno finalmente capito la nostra eccezionalit\u00e0, che \u00e8 appunto fatta di eccellenza e di eccezione rispetto al sistema formativo tradizionale.<\/p>\n

In una recente intervista a Artribune, Barbara Brondi e Marco Rain\u00f2, curatori di IN Residence \u2013 Design Dialogues, hanno affermato che le scuole di design in Italia faticano, rispetto a quelle estere, a fare delle scelte nel campo della didattica, privilegiando una formazione orizzontale piuttosto che verticale. Sei d\u2019accordo? Come reputi la didattica del design italiano rispetto alle esperienze delle scuole di punta europee (Eindhoven, Royal College of Art, Ecal, tanto per nominare le principali)?<\/strong>
\nQueste sono esperienze che conosciamo molto bene e con le quali dialoghiamo. In questo momento in Italia con il documento Chiamata alle arti lo stesso Ministero sta riflettendo sulla formazione artistica e quindi anche noi come ISIA abbiamo fatto le nostre proposte. Allo stesso tempo con questa mostra ma soprattutto con il libro che come ISIA Firenze abbiamo promosso \u2013 La formazione del Designer in Italia, curato da Anty Pansera e uscito recentemente per i saggi Marsilio \u2013 anche noi ci stiamo molto impegnando su questo tema strategico per il futuro del design, dei giovani e del nostro stesso paese.
\nSiamo convinti, anche se pu\u00f2 sembrare presuntuoso, che il modello ISIA che \u00e8 stato sperimentato in cinquant\u2019anni sia il migliore in questo campo. Molti laboratori e progetti di ricerca con altre istituzioni di alta formazione universitaria o le aziende, numero chiuso (massimo 25 studenti all\u2019anno dopo una selezione), affermati professionisti come docenti a contratto, non sono che alcune delle peculiarit\u00e0 degli ISIA. Caratteristiche che ci permettono di seguire le tracce della contemporaneit\u00e0, dell\u2019innovazione tecnologica e quindi di variare le poste in gioco rispetto alla responsabilit\u00e0 sociale del design. Una sfida che ogni istituzione della formazione deve fare se vuol vivere il proprio tempo.\u201d<\/p>\n

Pubblicato su Artribune.com<\/a> il 13 giugno 2015<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Sono tra i primi istituti ad aver lanciato in Italia la formazione universitaria nel campo del design e ora si presentano insieme per una mostra a Milano che declina il tema del design come strumento di conoscenza. Ne parliamo con Marco Bazzini, presidente dell\u2019ISIA Firenze e co-curatore (con Anty Pansera) di \u201cISIA Design Convivio\u201d. Si … <\/p>\n