{"id":3339,"date":"2015-04-12T11:04:43","date_gmt":"2015-04-12T11:04:43","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/salone-del-mobile-e-ancora-tempo-di-milano\/"},"modified":"2015-04-12T11:04:43","modified_gmt":"2015-04-12T11:04:43","slug":"salone-del-mobile-e-ancora-tempo-di-milano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/salone-del-mobile-e-ancora-tempo-di-milano\/","title":{"rendered":"Salone del Mobile. \u00c8 ancora tempo di Milano"},"content":{"rendered":"

Salone 2015 ai nastri di partenza. Pronti per l\u2019inizio della maratona? Mai come quest\u2019anno, la design week si preannuncia densissima di avvenimenti e trasversale nelle proposte che affollano la sua agenda. Un brulichio di attivit\u00e0, una spinta propulsiva al contagio delle idee che ci piace rileggere affidandoci al concetto di energia, se \u00e8 vero che il payoff di Expo \u2013 Nutrire il pianeta. Energia per la vita \u2013 ha valore e pu\u00f2 essere preso in prestito anche dalla design week. Certamente, l\u2019Esposizione Universale segna una linea di continuit\u00e0 importante non solo per il rinnovato protagonismo di Milano, ma anche per la centralit\u00e0 dei temi legati all\u2019ambiente e all\u2019innovazione tecnologica che accomunano alimentazione e cultura del progetto. Tuttavia, \u00e8 alla spinta vitalistica, all\u2019energia scaturita della partecipazione dal basso che dobbiamo guardare per capire verso quale direzione si sta muovendo, anche suo malgrado, il Salone del Mobile.<\/p>\n

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Diana Scherer – Nurture harold<\/figcaption><\/figure>\n

A fronte di un tempo e di una capacit\u00e0 di assorbire gli stimoli che sono senz\u2019altro limitati, la proliferazione delle proposte avanza inesorabile. Non c\u2019\u00e8 studio o quartiere che sconfessi la logica del presenzialismo a tutti costi, che non proclami con orgoglio che, se \u201ceverybody is a designer\u201d, tutti hanno diritto a un giro di giostra.
\nIl fermento \u00e8 positivo? Senz\u2019altro, nella misura in cui si trasforma in un indicatore di partecipazione democratica e di entusiasmo professionale. Ma ha pur sempre un rovescio della medaglia, se l\u2019entropia scaturita rischia di abbassare la capacit\u00e0 di lettura e di affezione agli eventi. Bastino infatti un paio di esempi: con dieci distretti, o aspiranti tali, che arroventano la mappa del Fuori Salone, con marchi che segnalano una dozzina di iniziative disseminate per la citt\u00e0, si fa un po\u2019 fatica costruire una mappa delle priorit\u00e0. Facendoci rimpiangere le piccole fiere e le piccole biennali costruite intorno a un tema forte, a poche ma curatissime iniziative.
\nC\u2019\u00e8 un rimedio, oltre a sognare un evento su misura in versione lillipuziana? Certo: affidarsi a chi per voi ha tentato di districare \u2013 non senza fatica \u2013 questa giungla di proposte. E, pi\u00f9 importante, non prendere il Salone troppo sul serio, conservando una salutare \u201cgiusta distanza\u201d.<\/p>\n

Pubblicato su Artribune Magazine #24 \u2013 Speciale Design e su Artribune.com<\/a> il 12 aprile 2015<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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