{"id":3358,"date":"2014-06-27T09:30:35","date_gmt":"2014-06-27T09:30:35","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/moustache-grandeur-oltreconfine\/"},"modified":"2014-06-27T09:30:35","modified_gmt":"2014-06-27T09:30:35","slug":"moustache-grandeur-oltreconfine","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/moustache-grandeur-oltreconfine\/","title":{"rendered":"Moustache, grandeur oltreconfine"},"content":{"rendered":"

I francesi ci fregano con la lingua. Capita infatti che, nel campo del design d\u2019Oltralpe, la parola \u2018azienda\u2019 assuma una semantica pi\u00f9 seduttiva con la traduzione in \u2018maison d\u2019\u00e9dition\u2019: non una semplice organizzazione economica, ma uno spazio raccolto, quasi intimo, pi\u00f9 vicino al modello delle case editrici che non della produzione industriale. L\u2019esempio di Moustache. Tra le realt\u00e0 pi\u00f9 stimolanti nate alla fine degli anni Zero \u2013 citiamo Eno, Petite Friture, Marcel by, La Chance \u2013 il caso di Moustache \u00e8 senz\u2019altro quello pi\u00f9 paradigmatico. Fondato da St\u00e9phane Arriuberg\u00e9<\/strong> e Massimilano Iorio<\/strong>, gi\u00e0 partner con il marchio di sticker in vinile Domestic, il brand si impone in virt\u00f9 di una missione apparentemente controcorrente: puntare sull\u2019espressione di un\u2019identit\u00e0 francese da animare grazie alle visioni di una generazione di progettisti (Matali Crasset<\/strong>, Inga Semp\u00e9<\/strong>, Big Game<\/strong>, Fran\u00e7ois Azanbourg<\/strong>, Constance Guisset<\/strong>) fresca e antidecorativa, affascinata da un uso ironico di materiale e geometrie.<\/p>\n

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La francofonia, al pari dei baffetti evocati dal nome, si fa dunque minimo comune multiplo, un antidoto alla globalizzazione quanto un\u2019opportunit\u00e0 per esprimere complicit\u00e0 con designer vicini, si potrebbe dire quasi amici. E dunque ci ha stupito che quest\u2019espressione di un territorio ancora fertile abbia deciso quest\u2019anno di allargarsi a nomi importanti della scena continentale, tra cui Formafantasma<\/strong>, Scholten & Baijings<\/strong> e Raw Edges<\/strong>. Un tradimento al vincolo della grandeur? Il rinnovamento su scala europea vince sul compiacimento sciovinista in salsa nazionale.<\/p>\n

Pubblicato su Artribune Magazine #19 e su Artribune.com<\/a> il 27 giugno 2014<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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