{"id":3365,"date":"2014-01-24T07:52:01","date_gmt":"2014-01-24T07:52:01","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/cassina-il-classico-e-un-progetto-per-il-futuro\/"},"modified":"2014-01-24T07:52:01","modified_gmt":"2014-01-24T07:52:01","slug":"cassina-il-classico-e-un-progetto-per-il-futuro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/cassina-il-classico-e-un-progetto-per-il-futuro\/","title":{"rendered":"Cassina: il classico \u00e8 un progetto per il futuro"},"content":{"rendered":"

Un nuovo focus \u201caziendale\u201d per la rubrica design. A finire sotto la lente di ingrandimento di Giulia Zappa \u00e8 questa volta Cassina, fondata a Meda nel 1927.<\/strong><\/p>\n

Se l\u2019Italia fosse un po\u2019 pi\u00f9 come Cassina, non ci lamenteremmo costantemente dei suoi incorreggibili vizi. L\u2019azienda di Meda, fondata nel 1927 dai capostipiti Cesare e Umberto, incarna da oltre ottant\u2019anni la capacit\u00e0 di integrare innovazione di processo, qualit\u00e0 artigianale e sostenibilit\u00e0 su scala industriale.
\nMettiamo da parte le grandi intuizioni del passato e confrontiamoci con l\u2019oggi, a cominciare da un fatturato 2012 da oltre 110 milioni di euro, dovuto principalmente ai frutti di una spiccata strategia di internazionalizzazione, che si trasforma in una vacca grassa capace di rendere sostenibili importanti progetti di carattere culturale. Con un ritorno d\u2019immagine da fuoriclasse.
\nPensiamo, ad esempio, alla mostra Le Corbusier: An Atlas of Modern Landscapes presentata la scorsa estate al MoMA di New York, occasione straordinaria per celebrare il progettista-icona \u2013 dal 1964 nel catalogo Cassina \u2013 attraverso uno dei suoi progetti di culto, quel Cabanon appositamente ricostruito per l\u2019esposizione. Ancora, si pensi all\u2019annuncio della nascita di un museo aziendale nei 500 mq disegnati negli Anni Settanta da Tobia Scarpa e ora ristrutturati da Piero Lissoni. Infine, la recente acquisizione dell\u2019azienda francese Simon (ex gruppo Estel): in una congiuntura in cui non smettiamo di lamentarci della vendita dei nostri gioielli di famiglia, pu\u00f2 essere rincuorante saperci capaci di invertire un processo solo apparentemente inevitabile.<\/p>\n

Pubblicato su Artribune Magazine #16 e su Artribune.com<\/a> il 24 gennaio 2014<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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