{"id":3367,"date":"2013-10-10T09:29:06","date_gmt":"2013-10-10T09:29:06","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/stordimento-maker-faire-pensando-al-crystal-palace-2\/"},"modified":"2013-10-10T09:29:06","modified_gmt":"2013-10-10T09:29:06","slug":"stordimento-maker-faire-pensando-al-crystal-palace-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/stordimento-maker-faire-pensando-al-crystal-palace-2\/","title":{"rendered":"Stordimento Maker Faire. Pensando al Crystal Palace"},"content":{"rendered":"
Nerd quindicenni, professionisti brizzolati, famiglie con bambini, qualche vero eccentrico di difficile catalogazione. Questi i personaggi, senz\u2019altro eterogenei, che hanno affollato lo scorso weekend il Palazzo dei Congressi di Roma. Ancora un articolo sulla Rome Maker Faire.<\/strong><\/p>\n Un ottimismo talmente esasperato da sembrare fanatico: \u00e8 l\u2019atmosfera che permeava la prima edizione europea della Rome Maker Faire, format inaugurato nel 2006 negli Stati Uniti per celebrare l\u2019inventiva, le scoperte e il bricolage da terzo millennio dei nerd americani votati al culto del DIY. La lista potrebbe continuare a lungo, e non farebbe che accrescere la stessa sensazione di caotico stordimento. In grado, per\u00f2, di rievocare un capitolo assolutamente paradigmatico della storia del design, vecchio di oltre un secolo e mezzo: il senso di dispersione e confusione, agli arbori della prima rivoluzione industriale, che i visitatori del Crystal Palace provarono di fronte agli artefatti eterogenei, sia nella natura funzionale che estetica, presentati all\u2019Esposizione Universale del 1851. Se possibile, per\u00f2, la schizofrenia dell\u2019oggi appare ancora pi\u00f9 marcata di quella di un tempo. E la ragione sta tutta nell\u2019attitudine, scarsamente interessata non solo al commercio, ma soprattutto al progetto, con cui tanti espositori della Maker Faire hanno lavorato alle loro applicazioni: non orientate necessariamente alla ricerca di una desiderabilit\u00e0 e funzionalit\u00e0 a misura di utilizzatore, ma indirizzate verso un\u2019implementazione tecnologica tout court in grado di ricreare in casa prestazioni da grande industria.
\nSe \u00e8 difficile, dunque, identificare i tratti in comune tra le varie tipologie di pubblico, lo \u00e8 ancora di pi\u00f9 riportare sotto un minimo comun denominatore il linguaggio degli oltre 250 espositori presenti alla manifestazione, quanto mai distanti per sia natura (ricerca, non profit, profit) che per campo di applicazione, dalla componentistica per computer fino alla pasticceria. Parcellizzazione di domanda e offerta legate dunque a doppio filo, per un effetto che il visitatore avverte come spiazzante e a tratti persino deludente. Come in preda a una sostanziale indefinitezza.
\nQualche esempio servir\u00e0 a chiarire le idee. Iniziando da chi, in questa fiera, ha fatto la parte del Golia. \u00c8 il caso della pi\u00f9 grande multinazionale al mondo di microprocessori, quella Intel che, desiderosa di guardare al mercato in crescita dell\u2019Internet delle Cose, ha presentato in anteprima mondiale la sua nuova scheda Galileo realizzata \u2013 udite, udite \u2013 in collaborazione con l\u2019ex Davide open source Arduino. Saltando di palo in frasca, passiamo dalle stampanti Wasp alle prese con l\u2019estrusione di argilla per la produzione di un modulo abitativo urbano \u2013 forse il lavoro pi\u00f9 meritorio di tutta la fiera \u2013 a Open Source Vehicle, prima automobile da stampare in 3d e montare a casa nel giro di un\u2019ora, fino ai lavori pi\u00f9 disimpegnati e di nicchia \u2013 ma non per questo meno azzeccati \u2013 di Stampomatica, una 3d letterpress per una tipografia domestica, e Spaghetti Prop, la prima web community dedicata alla realizzazione di oggetti di scena.<\/p>\n
\nMa, verrebbe da dire, \u00e8 la stampa 3d, bellezza: prima che la mass customization faccia il suo ingresso definitivo nelle nostre vite, saremo tutti chiamati a vivere un periodo cuscinetto in cui la nostra progressiva familiarizzazione con queste nuove opportunit\u00e0 andr\u00e0 di pari passo con la definizione della natura e delle possibilit\u00e0 della fabbricazione personale. In attesa che la terza rivoluzione industriale, al di l\u00e0 del volto che finir\u00e0 per assumere, giunga realmente a compimento.<\/p>\n