{"id":3374,"date":"2013-04-12T09:21:14","date_gmt":"2013-04-12T09:21:14","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/dai-rifiuti-ai-valori-intervista-a-nicola-ferrari\/"},"modified":"2013-04-12T09:21:14","modified_gmt":"2013-04-12T09:21:14","slug":"dai-rifiuti-ai-valori-intervista-a-nicola-ferrari","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/dai-rifiuti-ai-valori-intervista-a-nicola-ferrari\/","title":{"rendered":"Dai rifiuti ai valori: intervista a Nicola Ferrari"},"content":{"rendered":"

Il James Dyson Award \u00e8 tra i premi pi\u00f9 ambiti del mondo del design. Il concorso promosso da Sir Dyson, ingegnere col pallino dell\u2019eccellenza tecnologica a capo dell\u2019omonima multinazionale di elettrodomestici, vuole sostenere l\u2019ingegnerizzazione e la commercializzazione di prodotti con un buon potenziale in termini di utilit\u00e0 e sostenibilit\u00e0 ambientale. Artribune ha intervistato Nicola Ferrari, vincitore dell\u2019edizione italiana del concorso, ora in lizza per aggiudicarsi il primo premio internazionale del valore di trentamila sterline.<\/p>\n

Ci puoi spiegare cos\u2019\u00e8 Iglo, il tuo progetto, e cosa lo distingue da altri prodotti simili?<\/strong>
\nParlando della sola funzione, Iglo \u00e8 un elettrodomestico che tratta gli scarti organici ricavandone due sub-materie, una secca e una liquida; queste sono dotate di potenziale energetico che pu\u00f2 essere sfruttato per produrre energia utile all\u2019uomo. Non credo tuttavia che Iglo voglia essere \u201csolo\u201d un prodotto, quanto un sistema, o un\u2019idea, se preferite. \u00c8 una visione d\u2019insieme su un problema che ritengo urgente e attuale. \u00c8 un tentativo per provare a indirizzare la societ\u00e0 verso uno stile di vita pi\u00f9 \u201cumano\u201d a tutti gli effetti. Che \u00e8 poi ci\u00f2 a cui il design dovrebbe sempre puntare. Con Iglo infatti si parla s\u00ec di emergenza rifiuti, sostenibilit\u00e0 e energie rinnovabili, ma ci\u00f2 che spero possa trasmettere siano concetti pi\u00f9 nascosti: il senso della comunit\u00e0, la partecipazione attiva, la decentralizzazione e autosufficienza energetica, una societ\u00e0 non fatta da statistiche ma da persone.<\/p>\n

In quale contesto pu\u00f2 essere utilizzato? Pu\u00f2 convivere con la raccolta dell\u2019umido gi\u00e0 attiva in alcuni comuni italiani?<\/strong>
\nIl progetto, quando ancora era in fase di sviluppo, aveva pochi vincoli: uno di questi era la sua localizzazione in un contesto urbano. Volevo parlare alle e delle famiglie che abitano in citt\u00e0, nei condomini, nei monolocali. Provare a ricreare in queste zone quel senso di comunit\u00e0 che si prova dei piccoli paesi italiani, e non alimentarne l\u2019isolazionismo. Per quanto riguarda la sua convivenza con la raccolta dell\u2019umido, non credo possa incontrare grossi problemi logistici; Iglo non ne \u00e8 un sostituto, tuttalpi\u00f9 un arricchimento.<\/p>\n

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il progetto Iglo, vincitore del Dyson Award italiano, di Nicola Ferrari<\/figcaption><\/figure>\n

Iglo non genera solo compost ma anche energia, che pu\u00f2 essere utilizzata per il riscaldamento o per alimentare una macchina. Quali infrastrutture devono essere previste affinch\u00e9 questa produzione energetica possa essere utilizzata?<\/strong>
\nIn realt\u00e0 Iglo di per s\u00e9 non genera energia, produce invece due prodotti che hanno un generoso potenziale energetico. Per essere sfruttato c\u2019\u00e8 bisogno di infrastrutture cos\u00ec dette \u201cverdi\u201d, pensiamo alle centrali di valorizzazione energetica del biogas, dei fanghi di depurazione o dei CDR; impianti di compostaggio o di produzione di fertilizzante. Eppure ci tengo a precisare l\u2019idea di Iglo non vuole mettere al primo piano l\u2019energia (o la sua produzione), ma il cittadino come membro attivo di una comunit\u00e0 cosciente e consapevole.<\/p>\n

L\u2019Italia \u00e8 un paese che si confronta con un\u2019emergenza rifiuti oramai cronica. Credi che la responsabilit\u00e0 sia principalmente delle istituzioni o dei cittadini? <\/strong>
\nNon credo che serva a molto scegliere se puntare il dito verso le prime piuttosto che i secondi, non \u00e8 compito mio distribuire le responsabilit\u00e0. Ci\u00f2 che \u00e8 importante \u00e8 invece riuscire a smettere questo gioco del \u201cla colpa \u00e8 tua\u201d e prendere atto del momento che stiamo vivendo, rimboccarsi le maniche e provare a vedere come sistemare le cose. \u00c8 per questo che ho sviluppato Iglo; e se anche non dovesse riuscire come spero, magari qualcun altro lo vedr\u00e0, si ispirer\u00e0, ne prender\u00e0 l\u2019idea e creer\u00e0 qualcosa di utile e innovativo. E allora sar\u00e0 gi\u00e0 valso a qualcosa.<\/p>\n

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Iglo – Nicola Ferrari<\/figcaption><\/figure>\n

Cosa pensi degli altri vincitori nazionali del JDA 2013: confrontandoti con il lavoro di altri studenti e giovani professionisti, quali convergenze e\/o differenze noti con il loro background?<\/strong>
\nSar\u00f2 sincero, non ho realmente approfondito i lavori degli altri vincitori del concorso. Tutto \u00e8 successo cos\u00ec in fretta che il tempo mi \u00e8 veramente mancato. Ma da quello che ho potuto vedere vale quello che ho detto sopra: si tratta di persone che hanno smesso di brontolare e hanno cominciato a fare. Che i progetti siano pi\u00f9 o meno validi mi interessa poco, ci\u00f2 che mi rende felice e fiducioso per il futuro \u00e8 che giovani da tutto il mondo stiano iniziando a tirarsi su le maniche.<\/p>\n

Pubblicato su Artribune.com<\/a> il 12 aprile 2013<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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