{"id":3376,"date":"2013-04-07T08:09:55","date_gmt":"2013-04-07T08:09:55","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/quando-i-makers-sono-gia-roba-da-museo\/"},"modified":"2013-04-07T08:09:55","modified_gmt":"2013-04-07T08:09:55","slug":"quando-i-makers-sono-gia-roba-da-museo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/quando-i-makers-sono-gia-roba-da-museo\/","title":{"rendered":"Quando i makers sono gi\u00e0 roba da museo"},"content":{"rendered":"

In nuce, ecco a voi il futuro. \u00c8 quel che ha suggerito Alex Newson, curatore della mostra \u201cThe Future is Here\u201d al London Design Museum di Londra. Per gli appassionati del mondo makers, una retrospettiva su quanto \u00e8 stato fatto e su quanto, ancora, resta da fare.<\/strong><\/p>\n

Epicentro anglosassone della curatela nel campo del design, modestamente autoproclamatosi \u201cthe world\u2019s leading museum devoted to architecture and industrial design\u201d (e questo ci fa stranamente scoprire come l\u2019understatement inglese possa convivere con un gusto un po\u2019 iperbolico nelle recensioni), il London Design Museum ha dedicato una retrospettiva alle esperienze recenti e al presente avanzato nel campo di ci\u00f2 che fino a poco tempo fa era chiamato \u201cprototipazione rapida\u201d e oggi abbiamo gi\u00e0 trasformato in \u201cfabbricazione personale\u201d.
\nQuale il merito principale dell\u2019esposizione? Sicuramente il rigore nell\u2019individuare e inserire in uno scenario consapevole e ragionato tutti i capitoli fondamentali dell\u2019evoluzione di questa pratica, sia che si tratti di progetti per accessori ed arredo, sia che si tratti di piattaforme collaborative o di progetti di carattere commerciale gi\u00e0 affermatisi come paradigmi in fatto di potenziale occupazionale. Cos\u00ec, alle prime sperimentazioni di Ron Arad con una stampante 3d realizzate agli arbori del 2000 (Arad\u2019s Not Made by Hand, Not Made in China) seguono lo sgabello One Shot di Patrick Jouin per Mgx, per poi tornare ad Arad con gli occhiali realizzati in SLS (Selective Laser Sintering) e lanciati quest\u2019anno al Salone del Mobile. Ancora, Wiki House si presenta come un progetto di costruzione open source per disegnare, scaricare e costruire moduli abitativi, mentre il sito makie.me permette di personalizzare e farsi spedire a casa una versione customizzata dell\u2019omonima bambola, il tutto prodotto nel cuore di Londra, proprio come una fabbrica del terzo millennio che si rispetti.<\/p>\n

\"\"
The Future is Here – veduta della mostra presso il London Design Museum, Londra 2013<\/figcaption><\/figure>\n

Sono due per\u00f2, le proposte dell\u2019esposizione che pi\u00f9 fanno riflettere, ed \u00e8 curioso notare come possano paradossalmente apparire antitetiche. Da una parte, The Future is Here Factory, un Fab Lab collocato all\u2019interno dello spazio espositivo, vuole stimolare l\u2019incipit per uno scambio tra visitatori e professionisti: \u201cA cosa mi potrebbe servire una stampante 3d?\u201d, \u201cCome potrei usare una fresatrice per realizzare quel lavoretto di bricolage che ho in mente?\u201d. L\u2019altra, invece, \u00e8 una infografica riportata sul muro opposto della sala, e racconta di un\u2019indagine statistica che ha interrogato gli inglesi sul loro coinvolgimento nei confronti di questa tecnologia. \u201cConosci il mondo delle stampanti 3d?\u201d. Il 71% dice poco o niente. \u201cNe acquisteresti una per casa tua?\u201d. Solo il 6% dice di s\u00ec: i cittadini Uk sono ancora scettici, e non bastano gli scatti di David Cameron insieme al Principe Harry, immortalati con la loro Makie Doll personalizzata, per spezzare il vincolo dell\u2019esclusione che i \u201ccomuni\u201d britannici provano di fronte a questo nuovo approccio alla produzione. Suggerendoci che, oltre gli slanci sensazionalistici, l\u2019impiego generalizzato di questi strumenti low tech rimane ancora per i pi\u00f9 un orizzonte scarsamente concreto.<\/p>\n

Pubblicato su Artribune.com<\/a> il 7 aprile 2013<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

In nuce, ecco a voi il futuro. \u00c8 quel che ha suggerito Alex Newson, curatore della mostra \u201cThe Future is Here\u201d al London Design Museum di Londra. Per gli appassionati del mondo makers, una retrospettiva su quanto \u00e8 stato fatto e su quanto, ancora, resta da fare. Epicentro anglosassone della curatela nel campo del design, … <\/p>\n