{"id":3383,"date":"2012-02-01T10:03:48","date_gmt":"2012-02-01T10:03:48","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/foscarini-illuminazioni-naturalmente\/"},"modified":"2012-02-01T10:03:48","modified_gmt":"2012-02-01T10:03:48","slug":"foscarini-illuminazioni-naturalmente","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/foscarini-illuminazioni-naturalmente\/","title":{"rendered":"Foscarini. Illuminazioni, naturalmente"},"content":{"rendered":"\n

Fanno una rivista di gran classe, \u201cInventario\u201d, diretta da Beppe Finessi. Sponsorizzano nientemeno che la Biennale di Venezia. Stanno a Marcon, e del \u201cbrand\u201d non gli importa. Loro pensano alle emozioni.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

\u201cMeglio partire da un clich\u00e9 che arrivare a un clich\u00e9<\/em>\u201d, insegnano durante i loro workshop i coreografi Fran\u00e7oise e Dominique Dupuy, precursori della nouvelle danse<\/em> francese. Un\u2019intuizione che torna in mente a proposito di Foscarini, tra le grandi realt\u00e0 dell\u2019illuminotecnica in Italia.
A farla da padrone, tra gli open space del loro quartier generale di Marcon, \u00e8 non a caso la parola \u2018emozione\u2019. Un vasto termine-ombrello, pensiamo noi, sicuramente vicino ai presupposti ufficiali di molte aziende italiane che, con poca fantasia, usano questo richiamo per instaurare un canale di comunicazione con i propri interlocutori. Senza condividere, per\u00f2, la capacit\u00e0 di trasformare una suggestione emotiva in un vero e proprio metodo, orientato al processo e agli obiettivi di innovazione, serialit\u00e0 ed esportazione sui quattro continenti. Come \u00e8 invece nel caso di Foscarini: qui non \u00e8 mai la design-star, che pur sempre c\u2019\u00e8, a influenzare le proposte in catalogo, n\u00e9 una tendenza effimera che rincorre la velocit\u00e0 del sistema-moda. Piuttosto, \u00e8 il prodotto a dover parlare di s\u00e9, puntando sulla capacit\u00e0 di trasformare una sollecitazione formale in un oggetto iconico. N\u00e9 algido n\u00e9 virtuosisticamente tecnologico. Il tutto senza mai, peraltro, parlare di \u201cbrand\u201d: un termine nel dimenticatoio \u2013 che classe! \u2013 proprio per chi potrebbe farsi bello delle proprie politiche d\u2019immagine. Dal lancio di Inventario<\/em>, rivista-contenitore sul progetto, diretta da Beppe Finessi, che ha l\u2019assoluta dignit\u00e0 di un ottimo magazine di settore, fino alla sponsorizzazione della Biennale di Venezia.<\/p>\n\n\n\n

Pubblicato su <\/em>Artribune Magazine<\/em><\/a> #3 e su Artribune.com<\/a><\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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