{"id":3394,"date":"2010-01-20T08:30:03","date_gmt":"2010-01-20T08:30:03","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/vopnaburid\/"},"modified":"2010-01-20T08:30:03","modified_gmt":"2010-01-20T08:30:03","slug":"vopnaburid","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/vopnaburid\/","title":{"rendered":"Vopnab\u00f9rid"},"content":{"rendered":"\n

Vopnab\u00f9rid, a Reykjavik, \u00e8 lo showroom dove Sruli Recht mette in scena la sua filosofia legata al concetto di “non prodotto”. 
Un approccio originale, quello del designer australiano ora di stanza in Islanda, che tende a privilegiare al prodotto finito il processo di produzione, pensato come ricerca di nuove prospettive tipologiche per rivisitare i confini tra oggetti, contesto di origine e nuova destinazione d’uso. 
Stilista, scenografo, designer del mobile e del gioiello non restio a sperimentazioni nell’installazione video, Recht annulla nella sua trasversalit\u00e0 il confine tra generi progettuali. L’eterogeneit\u00e0 della sua collezione, che include scarpe, abiti ispirati al cyberpunk, tavoli e gioielli, si lega per\u00f2 ad un’identit\u00e0 visiva ben riconoscibile, incentrata sulla predilezione per materiali d’elezione -ferro e vecchi legni recuperati, cartone a nido d’ape, pelli e pellicce di animali autoctoni- propria tanto delle collezioni quanto dello spazio dove sono allestite.
Anche la location del concept store racconta la peculiarit\u00e0 di questo percorso ai margini: lontano dai baricentri dello shopping, Vopnab\u00f9rid \u00e8 ubicato nei docks, tra i vecchi magazzini per la lavorazione del pesce oggi in gran parte abbandonati. Un luogo privo, ad oggi, di una vera natura commerciale, ma in sintonia con un approccio al progetto basato sulla continua rielaborazione della materia.<\/p>\n\n\n\n

Pubblicato su Domusweb<\/a> il 20 gennaio 2010<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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