{"id":3395,"date":"2009-11-02T14:27:26","date_gmt":"2009-11-02T14:27:26","guid":{"rendered":"https:\/\/giuliazappa.net\/contain-gallery-utopia-now\/"},"modified":"2009-11-02T14:27:26","modified_gmt":"2009-11-02T14:27:26","slug":"contain-gallery-utopia-now","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/giuliazappa.net\/en\/contain-gallery-utopia-now\/","title":{"rendered":"Contain Gallery: Utopia Now!"},"content":{"rendered":"\n
L’utopia non \u00e8 pi\u00f9 una priorit\u00e0. Alle strette tra performance economica, derive iperdecorativiste e (utopiche?) prerogative di sostenibilit\u00e0, il design contemporaneo stenta ad interrogarsi sugli orizzonti del suo pi\u00f9 recente idealismo. “Utopia Now!”, Contain Gallery, Aachener Stra\u00dfe 29,
Pur con qualche eccezione (che conferma la regola). Contain Gallery<\/em> , il nuovo indirizzo di Colonia per il design limited edition, \u00e8 reduce dall’inaugurazione di “Utopia Now!”, esposizione dedicata all’utopia tra le nuove generazioni del design internazionale.
La selezione, curata da Ioanna Paraskeva, include progetti eterogenei, ironici e un po’ art toys, dalla lampada a forma di telecamera mobile (Per Emanuelsson, Bastian Bischoff), a un finto Kalashnikov gigante (Frank Plant), fino a un pannello luminoso a parete che simula l’irruzione nel privato domestico di un paesaggio metropolitano notturno (Elina Aalto).
E l’utopia? In un mondo dove l’apparante moltiplicazione delle scelte convive con il ritorno alle convenzioni, quest’ultima sembra trasformarsi nel desiderio provocatorio di liberare, anche solo per gioco, immaginari e destinazioni d’uso. Sfuggendo dalle maglie strette del funzionalismo e del decor tout court, senza minacciare nessun ordine costituito. <\/p>\n\n\n\n
50674 K\u00f6ln, fino al 31 dicembre 2009.<\/p>\n\n\n\n