Che ci fa una pecora nella design week milanese? E che c’entra l’invito ripetuto a toccare, inteso non come mera verifica di una merce che ci apprestiamo a comprare ma come esperienza rigenerante di contatto con un materiale o una sollecitazione fisica? A fare del tatto il punto di partenza di una nuova indagine, trasformando la propria presenza al Fuori Salone (in zona Ventura Lambrate, via Privata Oslavia) in un rinnovato hub per la sensorialità, ci pensa Design Academy Eindhoven, scuola di design olandese da sempre associata all’eccellenza didattica e alla ricerca sperimentale. In un mondo dove le interfacce digitali spopolano, modificando necessariamente le nostre attitudini all’interazione, abbiamo bisogno di un contro-movimento, ci dice Eindhoven con Touch Base, che sappia ricostruire il nostro ambiente tattile e a cascata il nostro benessere emotivo.
Di qui, la volontà di ambientare una fattoria didattica, quando è stata l’ultima volta che hai toccato un animale?, di invitare i visitatori a lavarsi le mani, di presentare un tappeto che sollecita il benessere dei nostri piedi (Pas Perdu, Charlotte Jonckheer). Tra i progetti in mostra, poi, moltissimi ripensano materiali naturali come capelli, aghi di pino, corteccia, latte, trasformandoli in componenti per realizzare oggetti più sostenibili e empatici (un approccio a cui Lambrate ci ha spesso abituato: ma a quando le ricadute su progetti commercializzabili che non siano di piccolissima nicchia?). Non manca, infine, neanche uno specchio pensato per osservare – e infine toccare – i genitali femminili (Vulva Versa, Michèle Degen), superando la visione mercificata delle più comuni rappresentazioni mediatiche.
Pubblicato su Artribune.com il 13 aprile 2016