Salone Updates: immagini dalla Design Junction di zona San Babila. Dominata dall’approccio “democratico” dell’inglese Tom Dixon

In zona San Babila, negli spazi dell’ex Casa Balilla di via Pietro Mascagni (che forse molti milanesi ricorderanno semplicemente come ex teatro Derby), un nuovo pezzo di Fuori Salone è al banco di prova con Design Junction. Molti i marchi di interesse che ritroviamo o scopriamo, tra cui la tecnologia dal volto umano di Punkt, la qualità manifatturiera del marchio inglese H o i progetti di food di Pan is Artos. A farla da padrone, però, è ancora una volta il marchio inglese Tom Dixon. Certo, l’importanza del brand permette ancora una volta una prova muscolare, sia in termini di novità in catalogo che di allestimento. Ma è un altro il vero punto di forza, quello che con una parola oggi in voga potrebbe essere definito come “velocismo”.

Tutti gli oggetti esposti, dice Dixon in conferenza stampa, sono già in vendita, acquistabili in loco o con spedizione gratuita a casa. Niente prototipi, dunque, dati in pasto ai giornali senza sapere se vedranno mai la produzione. Ancora, prima degli altri e quasi in controtendenza, si annuncia il ritorno anche alla produzione in serie, per abbassare i costi e allargare la fetta di acquirenti del marchio. Infine, non può mancare un commento importante sul ruolo di Milano e del Salone, che sembra rispondere idealmente alle recenti critiche della giornalista Alice Rawsthorn dalle colonne di Frieze magazine: il Salone sembra sì un carro del Carnevale, ma a chi non piace trasformarsi durante la design week in un curioso e svagato turista del design?

Pubblicato su Artribune.com il 17 aprile 2015