Le 5 cose TOP e le 5 cose FLOP della Design Week di Milano. A insindacabile giudizio della redazione di Artribune

Con i suoi 2300 espositori e i suoi 1200 eventi disseminati per la città, si è appena conclusa a Milano la Design Week, con la 55esima edizione del Salone del Mobile. Ma cosa ha segnato, nel bene e nel male, tutto quello che abbiamo visto tra la fiera e i distretti del Fuorisalone?

La redazione di Artribune vi offre il suo insindacabile giudizio…

TOP

Maarteen Baas e la mostra “New! Newer! Newest!”

Il design applicato al futuro con due progetti che avranno bisogno di duecento anni per giungere al loro completamento. Il genio di Baas scalza le aspettative e ci offre un esempio concreto di cosa significhi guardare lontano.

Matali Crasset e “Reinventare un mondo comune”
La mindfulness applicata al design trova nella mostra all’Unicredit Pavilion uno spazio per investigare territori snobbati quanto urgenti, dalla configurazione degli spazi scolastici a nuovi oggetti per confrontarci con il nostro mondo interiore.

Subalterno 1 e “Microfacts”
Una piccola collezione di oggetti immaginifici che dimostrano che intelligenza e ironia possono rivisitare le tipologie di prodotto più consolidate, anche e soprattutto su piccolissima scala.

Serpentine – La Rinascente con “A search behind appearances”

Il mito della caverna di Platone come metafora del design di oggi secondo Hella Jongerius e Louise Schouwenberg. Cosa si nasconde sotto il predominio della superficie? Il design sta esercitando la sua vera funzione?

Atelier Clerici
Una mostra se vogliamo eterogenea, ma che ha il pregio di mettere a fuoco percorsi di innovazione stimolanti, dai cieli artificiali per stanze buie (Coelux) a nuove esplorazioni nel mondo dell’arte del vetro (Umprum).

FLOP

Before Design: Classic
Più che una legittimazione del classico, la mostra curata dallo Studio Ciarmoli Queda alla Fiera di Rho ci è apparsa soprattutto come una rivitalizzazione del kitsch.

Ventura Lambrate
Proposte meno numerose (il che non è necessariamente un male) e selezione meno graffiante rispetto agli scorsi anni (sarà anche per intrusioni di stili e linguaggi francamente fuori registro?).

Zona Tortona
Nel più antico distretto del Fuori Salone, l’atmosfera da festa fuori controllo se ne è andata da tempo e le proposte di grande qualità hanno cominciato a riaffacciarsi (si pensi a Lexus con i Formafantasma e con un contest in grandissima forma). Eppure, si fa fatica a mettere a fuoco la nuova l’identità del quartiere: qualcosa su cui lavorare il prossimo anno?

I grandi brand del design Made in Italy
Girellando a Rho tra i mostri sacri del design italiano, si fa fatica a scorgere delle novità particolarmente ghiotte. Incuriosiscono di più i piccoli marchi, come ad esempio Mattiazzi, Kristalia, Nova Mobili.

Il mobile
In una fiera che si chiama Salone del Mobile, l’arredo in senso classico ha perso il suo protagonismo. Segno dei tempi? Probabilmente sì. Ma è anche un campanello d’allarme?


Pubblicato su Artribune.com il 18 aprile 2016