Morto a 87 anni Bruno Danese, l’imprenditore colto fra i primi a scommettere sul design

Instaurò una strettissima relazione con alcuni tra i più grandi maestri del design italiano, in primis Bruno Munari e Enzo Mari

Si è spento ieri nella sua Milano Bruno Danese, editore e progettista di design illuminato fondatore dell’omonima Danese, ispiratore coerente e vero e proprio pilastro della cultura del progetto nel secondo dopoguerra italiano. Nato nel 1930 a Valdagno in provincia di Vicenza ma attivo a Milano fin dagli anni giovanili, dà seguito alla propria precoce vocazione imprenditoriale fondando nel 1955 con Franco Meneguzzo l’azienda di ceramiche DeM. Solo due anni dopo, sarà la volta dell’omonima Danese Milano, aperta insieme alla moglie fotografa Jacqueline Vodoz, la prima e più stretta interlocutrice di tutti i progetti degli anni a venire. Fin dagli esordi, Danese si configura come un laboratorio sperimentale dedicato al mondo del complemento d’arredo, da ripensare negli anni del boom economico come nuovo oggetto funzional-sentimentale mai scevro di un’ironia e senso dello stupore spesso frutto di un processo di innovazione tipologica e tecnica. Ma è forse la strettissima relazione, lo strettissimo confronto con alcuni tra i più grandi maestri del design italiano, in primis Bruno Munari e Enzo Mari, che andrà a definire in maniera unica l’attitudine e il catalogo dell’azienda, facendo del dialogo illuminato tra imprenditore e designer una via tutta italiana allo sviluppo del prodotto industriale.

LA FONDAZIONE VODOZ DANESE
Molti i progetti icona che hanno reso Danese e lo stile danese celebre nel mondo: dal portacenere Cubo e la lampada Falkland (realizzata con maglia elastica tubolare bianca, alias il materiale dei collant) di Bruno Munari, ai Pre-Libri dello stesso Munari (progetti editoriali in senso stretto dedicati al mondo dell’infanzia), fino al vassoio Putrella, ai calendari Timor e Formosa e ai giochi didattici di Enzo Mari. Nel 1991, Danese e Vodoz cedono l’azienda al gruppo francese Strafor-Facom (da cui sarà poi rilevata nel 1999 da Carlotta de Bevilacqua, attuale proprietaria e nuova guida direttiva del marchio) per poi aprire la Fondazione Vodoz Danese, nel cui archivio sono oggi custoditi, tra gli altri, i materiali e i progetti del marchio. Nel 2006, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi gli dedica una monografica dal titolo Danese, Editeur de design à Milan 1957-1991. Nel catalogo, Danese sarà riconosciuto come “une marque, une entreprise mais surtout une aventure emblématique de la façon dont le design italien s’est affirmé à partir des années 1950” (“un marchio, un’azienda ma soprattutto un’avventura emblematica del modo con cui il design italiano si è affermato a partire dagli anni ’50”).

Pubblicato su Artribune.com il 29 novembre 2016