Roma o Milano? Al Palazzo delle Esposizioni il primo Design Match

Al Palazzo delle Esposizioni il primo Design Match si sfida a colpi di “bellezza immobile” e “futuro che avanza”

Come mettere Roma e Milano sullo stesso piatto della medaglia, almeno quando parliamo di design? Senza farsi spaventare da un vantaggio che appare irrecuperabile, la delegazione laziale di ADI, l’Associazione per il Disegno Industriale, ha concepito insieme al webmagazine Cieloterradesign e allo studio di progettazione romano Studio Algoritmo (in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo) un incontro inedito per riposizionare questa sfida impossibile all’insegna del dibattito e dell’accelerazione di idee. Rilanciando in altri tre successivi appuntamenti il ruolo cardine del design quale spinta verso l’identificazione virtuosa di nuovi immaginari e pratiche di innovazione.

IL DESIGN MATCH
Design Match, questo il nome del format, diventa secondo le intenzioni dei promotori un ring imprevisto per stimolare il pubblico della capitale – sicuramente oggi un po’ “suonato” e assetato di nutrimenti, nel campo della progettazione e non solo – sulle modalità attraverso le quali il design può trasformarsi in un efficace propulsore di cambiamento. “La formula è da intendere in maniera friendly: nessuno mette i guantoni, ma è interprete di una visione – o di un modello, come nel caso Roma Vs. Milano – diversa da quella dello sfidante”, spiega ad Artribune Paolo Casicci, giornalista di Repubblica e presidente di Cieloterradesign. “Roma deve tornare a masticare e a metabolizzare idee, e lo scontro costruttivo ci sembra la formula più adatta a una città che, mai come oggi, somiglia tanto a una giungla, ma purtroppo non sempre nel senso in cui la intendeva Fellini nella Dolce Vita“. La prima amichevole, definiamola allora così, ha avuto luogo al Palazzo delle Esposizioni sabato 27 ottobre di fronte a due campioni d’eccezione: Stefano Mirti, curatore (la sua ultima fatica è stata “999 domande sull’abitare” in Triennale), docente e milanese d’adozione, e Francesco Dovrovich, cofondatore dell’agenzia romana Nufactory (curatrice sempre a Roma dell’Outdoor Festival), che si contenderanno un simbolico primato discutendo il tema “Bellezza immobile o futuro che avanza”.

SOSTIENE MIRTI
A Milano, il futuro è diventato presente, quotidiano. È lì, lo vediamo, lo tocchiamo, fa le sue cose e tutti siamo – chi più, chi meno – contenti. Nel contempo, dall’altra parte, a Roma, abbiamo una bellezza che avanza. Una bellezza spuria, che avanza a spinte e strattoni, nei luoghi dove meno te lo aspetti. Una bellezza a cui non eravamo abituati, fuori da ogni canone, da cui un filo inquietante. Una bellezza che è energia”, ci racconta Mirti. Una differenza ontologica, dunque, quasi una diversa frequenza energetica che anche Dobrovich, dal canto suo, registra. “Oggi Milano sembra una città inarrivabile e così sarà per sempre fino a quando Roma smetterà di rifarsi a modelli altri”, ci dice. “Quando questa città saprà trovarne uno proprio, originale, che le stia addosso come una seconda pelle, allora sarà in grado di trasformare la sua creatività ribelle e sarcastica in energia innovativa. Per farlo abbiamo bisogno di una visione condivisa utile. Roma può non fare solo tendenza ma essere la bellezza assoluta”. Del resto, è proprio dal confronto sulle proprie specificità che i due modelli possono trasformarsi in incubatori aperti, capaci di riflettere sulle rispettive identità e sulle modalità per proiettarle verso il futuro, strizzando magari l’occhio a quello che l’eterna rivale può gentilmente donare in prestito in termini di spunti, fermenti, o anche necessari punti di rottura. Come del resto rileva anche Mirti, che efficacemente ci ricorda che “Milano vorrebbe essere “Blade Runner”, Roma è “Il giorno della Marmotta” (“Ricomincio da capo”, N.d.R.). Due film strabilianti. Mettere a confronto i due sistemi è molto interessante perché su questa distanza si genera grande potenziale (in termini di che cosa si può trapiantare da un sistema all’altro)“.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Oltre il 27 ottobre, la sfida continuerà con altri tre appuntamenti dedicati ad altre rilevanti prospettive di cambiamento quali quelle relative all’intelligenza artificiale, la mobilità sostenibile, burocrazia e il connubio design-emozioni al servizio del city planning. In occasione di ciascun incontro, quattro artisti saranno chiamati a realizzare un artwork per rappresentare graficamente il concetto espresso dal match. Quello che apre la rosa, progettato del duo romano MOTOREFISICO, ha già il sapore di un messaggio subliminale: e se il legame tra la capitale politica e quella economica non potesse che essere, al netto di tutta la competizione possibile, che Complementary?

Pubblicato su Artribune.com il 27 ottobre 2018