Verso il Salone del Mobile 2016. Fra Tradizione e Accademie si gioca la lettura del presente e del futuro di Ventura Lambrate

Con un countdown che ci avvicina inesorabilmente alla prossima design week milanese, uno dei distretti più significativi del Fuori Salone, Ventura Lambrate, ha appena annunciato i temi attorno ai quali prenderà forma per il 2016 la proposta curatoriale dell’intero circuito, costituito quest’anno da 176 espositori (su 639 domande ricevute ad Organization in Design, l’agenzia olandese, capitanata da Margriet Vollenberg, da sette edizioni a capo dell’evento). Saranno “Tradizione” e “Accademia” a fare da fil rouge ai lavori di scuole, aziende e progettisti che presenteranno dal 12 al 17 aprile le proprie anteprime. Un paradosso, se vogliamo, per il distretto che ha dato spazio e poi “istituzionalizzato” in un format il design emergente e underground a Milano. Tuttavia, non c’è di che stupirsene: se le scuole sono da tempo una riserva di idee e provocazioni – anche pretestuose, seppur inappuntabili nei contenuti: ricordiamo la mostra “Eat Shit” della Design Academy Eindhoven dello scorso anno -, la rilettura della tradizione e delle lavorazioni artigianali fanno parte di una new wave con cui si confronta proprio il design autoprodotto che qui è di casa.

DALLA FINLANDIA AGLI EMIRATI ARABI UNITI
Molte le anticipazioni di interesse. La Finlandia e gli Emirati Arabi Uniti presenteranno rispettivamente le esposizioni “No Sauna” e “Constructed Feast”, il primo dedicato a smontare lo stereotipo della tristezza del design nordico, il secondo un’indagine sulle abitudini gastronomiche e relativi servizi per la tavola nei Paesi del Golfo. La Royal Academy of Art The Hague ha in cantiere un programma ambizioso: lo showcase dei suoi studenti, intitolato “Reset”, allestirà un appartamento privato negli spazi industriali di un’ex fabbrica di souvenir religiosi. E, proprio in questo contesto inusuale, il pubblico sarà invitato a ripensare ex novo le istanze sociali e ambientali con cui il design si confronta e agisce. Confermata quindi la presenza di alcuni capisaldi nel distretto, tra cui le esposizioni presso Subalterno1, Logotel e Plusdesign. Ancora, collettive dalla Norvegia (Norwegian Crafts), dall’immancabile Olanda (Envisions) e dall’Italia (Diversity, a cura di Matteo Zorzenoni).


Pubblicato su Artribune.com il 1 marzo 2016